Cronologia
Età del bronzo finale – metà XII/X sec. a.C.
Storia delle ricerche
Il contesto funerario oggetto della ricerca è frutto di uno scavo di emergenza effettuato nel 2007 dalla Soprintendenza Archeologica dell’Umbria nel centro storico di Gubbio. Lo scavo è stato diretto da Luana Cenciaioli, all’epoca funzionario responsabile della Soprintendenza ed eseguito sul terreno da Francesca Germini, archeologa collaboratrice della Soprintendenza.
Descrizione
Si tratta di 40 cremazioni che facevano probabilmente parte di un più ampio campo di urne, la cui estensione originaria è di difficile ricostruzione considerando le vicende storico-urbanistiche dell’area. Il cimitero, situato alle pendici del Monte Ingino, è in relazione con i resti dell'insediamento dell'età del bronzo, attestato sia sulla cima dello stesso monte che sul vicino Monte Ansciano, oltre che lungo le pendici delle medesime alture, in parte nei livelli sottostanti la necropoli stessa. Le relazioni funzionali tra i diversi nuclei di insediamento e tra questi e la necropoli sono in corso di studio e definizione, nonostante siano state in passato formulate alcune ipotesi.
La necropoli presenta caratteristiche della cultura materiale e del rituale funebre simili a quelle del coevo sepolcreto di Pianello di Genga (AN), situato subito al di là della catena appenninica, tra Fabriano e Arcevia. Le urne cinerarie sono generalmente vasi a collo o altri tipi di vasi chiusi, a volte decorati, coperti da una tazza o ciotola carenata, oppure da una scodella a orlo rientrante. I cinerari sono deposti in pozzetti per lo più circolari scavati nel terreno e solo a volte rivestiti in pietrame. Il rituale è piuttosto austero e prevede solo in alcuni casi la deposizione di oggetti d’uso personale in bronzo all’interno dell’urna.