Cronologia

Eneolitico finale - Bronzo Antico e Medio (XXX – XV)

Storia delle ricerche

In località Serro del Brigadiere, nel 1990, in occasione di lavori edili, vennero alla luce dei frammenti di impasto. A tale rinvenimento fece seguito un primo sondaggio a opera di Madeleine Cavalier e, più tardi, una campagna di scavo condotta dalla Soprintendenza di Messina.

Descrizione

Il sito è ubicato nella estremità a valle (ovest) di una dorsale che, delimitata dai valloni di Batanà a nord e di Casella a sud, scende dalla Fossa delle Felci fino a lambire l’attuale abitato di Santa Marina. L’area, posta a circa 100 m s.l.m. è in leggero pendio, caratteristica che ha condizionato l’organizzazione delle strutture antiche rinvenute nel corso degli scavi.

Le indagini hanno evidenziato una lunga frequentazione dell’area. Le fasi più antiche, indiziate solamente da frammenti, sono relative al neolitico finale o eneolitico iniziale, facies di Diana-Spatarella e alla facies eneolitica di Piano Conte, mentre la fase più avanzata dell’eneolitico, facies di Piano Quartara e quella dell’età del Bronzo antico e medio di Capo Graziano e del Bronzo medio avanzato del Milazzese, sono testimoniate da capanne in pietra. Tra queste, le più attestate risultano essere quelle ascrivibili alla facies di Capo Graziano.

Le capanne rinvenute sono disposte a quote differenti, seguendo il naturale dislivello del terreno che digrada da Ovest a Est. Nella zona dello scavo posta alla quota più alta furono individuate 5 capanne in pietra. La capanna 1, al margine sud-occidentale del saggio di scavo, di forma pressoché rettangolare, è inquadrabile nella facies eneolitica di Piano Quartara. Le tre capanne 2-4, di forma rettangolare con angoli stondati, sono ubicate immediatamente a ridosso del banco tufaceo che segna il margine ovest (verso monte) dello scavo. Più difficile stabilire la natura delle strutture 5 e 6, interpretate da M. Cavalier e L. Bernabò Brea come capanne. Gli stessi autori mettono in relazione le concentrazioni di pietre che indizierebbero l’esistenza di tali capanne, anche a terrazzamenti che regolarizzavano la superficie inclinata scandendola in più livelli sub-pianeggianti posti a quote via via più basse. Non sembra impossibile ricondurre questi allineamenti di pietre, mal conservati e discontinui, a muri di terrazzamento edificati sia in senso trasversale al pendio che a esso coerente, secondo il modello topografico riconosciuto a Stromboli. Da tale prospettiva, anche la capanna 2 potrebbe essere invece letta come i resti di un muro che marginava, verso nord, le capanne 3 e 4. Ulteriore analogia con quanto osservato a San Vincenzo, è la presenza di un focolare non direttamente connesso a una capanna che insiste in una area prossimale a un muro di terrazzamento.

Materiali

I materiali restituiti dallo scavo testimoniano della lunga durata dell’abitato, dal neolitico finale fino alla media età del Bronzo. Nettamente più numerosi i reperti ascrivibili alle facies di Piano Quartara e, soprattutto, di Capo Graziano.

Obiettivi e azioni del progetto

La rilettura dei dati di scavo e lo studio sistematico dei reperti inquadrabili nella facies di Capo Graziano, permetterà una più puntale definizione del contesto in questo periodo.

Bibliografia

Bernabò Brea L., Cavalier M. 1995, L’insediamento preistorico del Serro Brigadiere a Santa Marina Salina (Scavo estate 1990), in Bernabò Brea L., Cavalier M., Meligunis Lipára vol. VIII, parte prima, Salina Ricerche archeologiche (1989-1993), pp. 91-108.