Obiettivi e azioni del progetto
Il sito della Trapezà si trova lungo un percorso che divenne particolarmente strategico nel corso degli ultimi secoli dell’età del bronzo ossia nel periodo miceneo postpalaziale, (ca XII-XI sec. a.C.), successivo al crollo delle istituzioni centralizzate rappresentate dai palazzi micenei di Micene, Tirinto, Pilo. Allora i rapporti tra Egeo e Mediterraneo centrale divennero particolarmente intensi e soprattutto l’ambito adriatico, da lontana zona di margine culturale, si trasformò in una periferia molti attiva e imprescindibile nei collegamenti tra regioni mediterranee ed europee continentali. Il Mar di Corinto, definito “corridor route”, divenne il maggiore asse di collegamento tra est e ovest, unendo lungo la rotta dell’Egeo settentrionale regioni e siti compresi tra Levante, Cipro, isole egee, Grecia continentale e regioni ionico-adriatiche, in un modello di navigazione di tipo “tramping”, che prevedeva cioè spostamenti a breve distanza, contatti mediati e indiretti, di porto in porto, a scapito delle rotte direzionali che avevano caratterizzato i traffici di età palaziale, gestiti dalle istituzioni centrali, da emissari che agivano per conto dei palazzi o da mediatori e mercanti solo parzialmente indipendenti.
Questa situazione sembra rendere ragione del mix di elementi culturali di cui sono partecipi i contesti funerari della Trapezà, con evidenze di materiali di importazione o ascendenza cipro-orientale - è il caso di vaghi e pendenti aurei - o di provenienza continentale – si veda uno spillone con testa a chiodo, tipico dei Campi d’Urne europei dalla tomba 7 – o prettamente adriatica – come la fusaiola/“button-like object” che apparteneva al corredo di un’inumazione femminile della tomba 6 e che ha confronto puntuale in una tomba della necropoli di Frattesina, in alto Adriatico (ca XI sec. a C.).
Suggestive evidenze di comportamenti rituali apparentemente condizionati da modelli allogeni, con radici nella protostoria italiana - come la pratica della mutilazione dell’ansa dei vasi funerari, ben documentata ad esempio nelle necropoli adriatiche di Frattesina e Pianello di Genga, dove trovano anche riscontro alcuni simboli recepiti nello stile decorativo della ceramica vascolare della Trapeza, come il motivo della barca solare - rappresentano infine indizi di un’interazione profonda tra comunità e individui a distanza, che prescinde dalla circolazione e lo scambio di beni e rinvia piuttosto a modelli di mobilità più articolati, contemplanti lo spostamento e il trasferimento di individui, un fenomeno alla base della formazione di società miste, che rappresentarono resilienza e rigenerazione sociale attraverso l’interazione e l’integrazione in un mondo in rapida trasformazione, che usciva dalla crisi della fine dell’età del bronzo e entrava nell’età del ferro. Tra gli strumenti dell’interazione pacifica furono allora le attività rituali incentrate sulla celebrazione di feste e banchetti e sul consumo comunitario. Alla necropoli della Trapezà è soprattutto il vasellame depositato nei corridoi delle tombe a testimoniare lo svolgimento di pratiche di tipo conviviale.
Al fine di approfondire lo studio delle forme e del significato della mobilità, e dei modelli di interazione sociale verso il 3200 BP, le azioni messe in campo consistono in:
- Analisi bioarcheologiche in collaborazione con il Max-Planck Institut di Leipizig e la Ludwig-Maximilian Universität di Monaco di Baviera (Ph. Stockhammer). Studio antropologico, campionamento e analisi dei resti osteologici (aDNA, isotopi di azoto, carbonio, stronzio…) mirano a chiarire le composizioni dei gruppi sociali che utilizzavano la stessa tomba, a mettere in luce relazioni di parentela, ancestry e individuare individuare eventuali provenienze allogene, a ricostruire la mobilità di breve raggio degli individui sepolti e le abitudini alimentari, comprese significative discontinuità nella dieta
- Analisi archeometriche della ceramica in collaborazione con la dott. M. Roumpou, Università Harokopio di Atene: analisi chimiche ORA, attraverso la caratterizzazione delle sostanza organiche residue nelle pareti vascolari sono finalizzata a integrare lo ricostruzione della dieta e in particolare a far luce sulle pratiche di consumo rituale e conviviale in un approccio comparativo che terrà conto della documentazione di altri contesti coinvolti nelle reti di scambio del mediterraneo della fine dell’età del bronzo, con particolare riguardo ai contesti italo-egei dell’Italia ionico-adriatica.
- Ricerca sul campo e studio dei materiali della necropoli ai fini dell’edizione sistematica del complesso da consegnare alla comunità scientifica.