Localizzazione

45,836422 13,561614

Il colle di Castellazzo, comune di Doberdò, costituisce una piccola altura calcarea posta lungo il margine occidentale del Vallone, stratta incisione che attraversa in senso longitudinale l'altopiano carsico a nord di Monfalcone. Il colle si trova a nord del lago di Doberdò e a monte della via Bonetti che collega Doberdò alla strada SS55.

Cronologia

Il sito di Castellazzo costituisce un abitato di lunga durata. Gli strumenti litici e i frammenti ceramici più antichi datano la prima frequentazione ancora al III millennio a.C. Benché il materiale sia quantitativamente piuttosto scarso, i reperti sembrano attestare una continuità di presenza umana durante tutta l'età del Bronzo e del primo Ferro. Il sito è stato frequentato poi anche durante l'epoca romana e tardo antica.

Storia delle ricerche

Castellazzo (Gradisca, Gradina di Doberò) è nominato fin dall'800 come possibile sede di un castro romano ma solo tra fine '800 e inizi '900, ovvero a seguito delle indagini sistematiche fatte da Carlo Marchesetti sul territorio dell'Istria e della Venezia Giulia, il sito viene inquadrato come castelliere protostorico. Marchesetti fece sul posto anche un saggio di indagine da cui recuperò strumenti in selce, ceramica romana e protostorica ma anche oggetti in bronzo e ferro. Fra il 1965 e il 1973 Ugo Furlani, su incarico dei Musei Provinciali di Gorizia, effettuò sul luogo delle indagini di superficie e condusse dei saggi di scavo. Un ulteriore saggio di intervento venne condotto tra maggio e giugno del 1989 dalla Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia. Queste ultime indagini confermarono per la parte settentrionale quanto visto da Marchesetti ovvero l'esistenza di una poderosa struttura muraria eseguita in blocchi di calcare.

Descrizione

L'insediamento di Castellazzo rientra all'interno della categoria degli abitati fortificati carsici cinti da uno o forse due valli in pietra i cui resti sono attualmente poco riconoscibili ad eccezione di un tratto basale di muratura collocato nella parte settentrionale del sito e costituito da grosse pietre a secco. Le indagini stratigrafiche condotte dalla Soprintendenza nel 1989 hanno permesso di riconoscere tre fasi costruttive per la struttura muraria di cinta la prima delle quali sarebbe da datare contemporaneamente alle prime fasi di frequentazione in posto ovvero tra III e II millennio a.C. Gli interventi di scavo hanno portato al recupero di una quantità non particolarmente consistente ma piuttosto significativa dal punto di vista cronologico e culturale di materiale litico e ceramico. Tra gli strumenti in pietra si segnalano lame, grattatoi, bulini, punte di freccia ad alette e con peduncolo, e un frammento di ascia a martello in pietra levigata. Tra i frammenti ceramici gli elementi più significativi sono quelli che testimoniano una frequentazione antica databile ancora al III millennio a.C. Si tratta di scodelle con vasca troncoconica decorate a punti impressi che rimandano a produzioni Cetina, di frammenti di pareti a impressioni eseguite con rotella o cordicella secondo la tecnica detta in sloveno vrvicasta tehnika, e di altri elementi ceramici tra cui si segnala un frammento di orlo decorato da file orizzontali di tratti impressi che viene, dubitativamente, ricondotto a un bicchiere campaniforme e che costituirebbe, quindi, uno dei pochissimi elementi ceramici riconducibili a questa forma rinvenuti sul territorio del Friuli Venezia Giulia. Degne di menzione ancora alcune anse a profilo angolato che sembrerebbero rimandare all'ambito Polada o Campaniforme occidentale.

Questi elementi fanno dell'abitato di Castellazzo uno dei più interessanti della regione per le fasi riferibili al passaggio tra età del Rame ed età del Bronzo e lo collocano tra i più antichi insediamenti noti sul territorio a proporre la tipologia del villaggio all'aperto fortificato a 'castelliere'.

Bibliografia

Ahumada Silva – Maselli Scotti – Montagnari Kokelj 1989

I. Ahumada Silva – F. Maselli Scotti – E. Montagnari Kokelj, Castellazzo di Doberdò, Atti di Storia Isontina 2 (1989), 87–142.

 

Montagnari Kokelj (a cura di) 1989

E. Montagnari Kokelj, Il Carso goriziano tra protostoria e storia. Da Castellazzo a San Polo (Catalogo della Mostra), Gorizia.